Riorganizzazione in vista per Hydro Dolomiti Energia. Pochi mesi fa Macquarie ha messo in vendita il 40% della società, proprietaria di numerose centrali idroelettriche e concessioni in Trentino. Il processo, gestito dall’advisor Rothschild, ha attirato l’interesse preliminare di alcuni fondi di investimento che, però, non si è concretizzato in offerte. Nei giorni scorsi, però, un consorzio guidato da Equitix sembra essersi fatto avanti per le azioni del manager australiano, valutate tra i 350 ei 400 milioni di euro.
Il consorzio
Il fondo britannico è già azionista al 5% della casa madre e gestisce un patrimonio di oltre 11 miliardi. Equitix avrebbe raccolto intorno a sé investitori istituzionali italiani e locali come Tages, La Finanziaria Trentina, la Fondazione Caritro e altri player locali. Non è da escludere che nella squadra possa entrare anche la società madre di Hde, Dolomiti Energia, che ha come principali azionisti la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni di Trento e Rovereto. Il gruppo ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 3,4 miliardi di euro (+53,7% rispetto al 2021) e un margine operativo lordo (ebitda) di 196,5 milioni di euro (-5%).
Il gioco delle concessioni idroelettriche
L’operazione risponderebbe a logiche finanziarie, industriali e territoriali, in un contesto giuridico complesso e in evoluzione. Alla fine del 2024 scadranno 17 concessioni idroelettriche, 13 delle quali appartengono a HDE. Con una legge la Provincia di Trento li ha prorogati fino al 2029, consentendo il rinvio dei bandi alla luce dei piani di investimento degli attuali proprietari. Il governo ha però impugnato il provvedimento davanti al Consiglio, spiegando che il ricorso è “un atto necessario nel rispetto delle norme europee” e degli impegni assunti con il Pnrr.